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E’ iniziato oggi il Festival del Lavoro, organizzato dal Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro. Nei tre giorni del Festival sfileranno volti noti della politica italiana.

Si apre con un collegamento video con il Ministro degli Esteri Angelino Alfano, che taglia virtualmente il nastro della manifestazione con 4 mila consulenti presenti da tutta Italia.
Alle 16.10 la prima tavola rotonda intitolata “Da industry 4.0 al lavoro 4.0” con l’ad di Maserati Luigi Galante e il giuslavorista Pietro Ichino.
Successivamente è prevista una seconda sessione su “Quando gli incentivi non garantiscono le assunzioni” che si apre con un’intervista all’ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli, prosegue con un dibattito al quale partecipano pure gli ex Ministro del Lavoro Cesare Damiano e Maurizio Sacconi e si conclude con l’intervento del leader della Lega Matteo Salvini.
Il secondo giorno si apre con un’intervista al presidente dell’Inps Tito Boeri e si prosegue fino a sera.

Tra i tanti eventi in programma anche un dibattito tra il critico d’arte Vittorio Sgarbi e l’ex ministro Giulio Tremonti e un’intervista alla numero uno di Fdi Giorgia Meloni.
Sabato mattina, invece, comprende un’intervista al capo di Fi Silvio Berlusconi e un intervento del candidato premier del M5s Luigi Di Maio.
L’obiettivo delle tre giornate è di trovare soluzioni per il rilancio delle imprese e al tempo stesso di capire in che direzione sta andando il mondo del lavoro.
Le tecnologie determineranno la perdita di posti ma anche la creazione di nuove figure professionali. Noi abbiamo analizzato le opportunità che possono nascere e a Torino presenteremo le nostre proposte per il futuro“, spiega Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale.
L’Osservatorio statistico dei Consulenti del lavoro ha realizzato un’indagine comparata delle unità di lavoro attivate e cessate negli ultimi cinque anni e dei risultati delle maggiori ricerche su questo tema e che traducono le informazioni sui cambiamenti del lavoro in termini di competenze e di figure professionali in calo ed in aumento.
Nel periodo 2012-2016 il saldo delle prime 10 professioni altamente qualificate (c.d. “vincenti”) assunte dalle imprese è di +141,6 mila dipendenti. A confronto le ultime 10 professioni altamente qualificate che, nello stesso periodo, sono entrate in crisi (c.d. “perdenti”), hanno bruciato 180 mila posti di lavoro. La ricerca si basa su un nuovo indicatore della domanda di lavoro che a partire dalle attivazioni calcola “le unità di lavoro attivate” (Ulat) e le confronta con le “unità di lavoro cessate” (Ulac). L’indicatore tiene conto dei giorni contrattualizzati di ogni rapporto di lavoro.
Una parte dei contenuti del rapporto (le 10 professioni vincenti e perdenti) è messa a disposizione degli utenti che possono selezionare la regione e il livello di qualificazione (professioni altamente, mediamente e non qualificate) per conoscere l’andamento negli ultimi 5 anni della domanda di professionalità espressa dai datori di lavoro privati a livello territoriale.

Ecco l’indagine nello specifico: